Nome scientifico:
Actinidia chinensis
Famiglia:
Actinidiaceae
Fiori:
Bianchi e profumati
Frutti:
Ovali, ricoperti di peluria e dalla polpa verde
Foglie:
Cuoriformi e leggermente pelose
Fusto:
Sarmentoso
Dimensioni:
Può raggiungere anche i 10 metri di altezza
Esposizione:
Pieno sole o mezz'ombra
Terreno:
Ben drenato, fresco e profondo
Irrigazione:
Abbondante durante il periodo vegetativo
Temperature:
Al riparo dai venti
Potatura:
Eliminare in inverno i tralci che hanno appena fruttificato
Concimazione:
Descrizione:
Pianta di origini cinesi, l´Actinidia chinensis, appartiene alla famiglia delle Actinidiaceae; la sua coltivazione in Nuova Zelanda, ne ha fatto un successo commerciale a livello mondiale, dove ha assunto il nome Kiwi. Dal lungo fusto, rampicante e flessibile ha un portamento simile a quello della vite e difatti bisogna provvedere a stendere dei fili, dove si possa aggrappare con i lunghi rami. Le foglie, cuoriformi, leggermente tomentose, sono verdi nella pagina superiore e più chiare in quella inferiore.
I fiori compaiono sui rami giovani di un anno, verso maggio-giugno, sono bianchi e lievemente profumati; per la produzione di frutti è necessario avere mediamente una pianta maschio ogni 4-6 piante femmina. Il frutto è inconfondibile: forma allungata, marrone e ricoperto da una fitta peluria. La polpa, di color verde brillante è ricca di vitamina C, zuccheri e sali minerali come il fosforo, il potassio e il magnesio.
Coltivazione:
Ampiamente coltivata in Italia, la Actinidia chinensis, vuole terreni freschi, profondi e sciolti e può essere coltivata in gran parte della nostra penisola, dato che sopporta molto bene il freddo; unica condizione necessaria è porla al riparo dai venti. Il periodo di maturazione a seconda delle cultivar è da settembre a dicembre, ma specialmente al nord è consigliata la raccolta entro novembre, al fine di evitare le prime gelate. Altra esigenza molto importante per il kiwi, è un elevato fabbisogno idrico per il periodo che va da dopo la fioritura fino a settembre-ottobre; in caso di poche precipitazioni le annaffiature dovranno essere leggere ma frequenti, anche una o due volte la settimana.
Oltre che procedere alle legature dei nuovi tralci, in inverno vanno potati quelli che hanno appena fruttificato; in estate, nelle piante con più di tre anni, potrebbe essere necessario cimare i germogli troppo vigorosi, che non portano frutti.