Nome scientifico:
Aesculus
Famiglia:
Sapindaceae
Fiori:
Grosse pannocchie bianche o rosa a seconda della specie e varietà
Frutti:
Simili a castagne, non eduli
Foglie:
Grandi e palmate
Fusto:
Imponenti, di rapida crescita
Dimensioni:
Fino a 20-25 mt di altezza gli esemplari della specie Aesculus hippocastanum e Aesculus indica
Esposizione:
Sole o mezz'ombra
Terreno:
Fertile, di medio impasto, ben drenato
Irrigazione:
Solo quando necessario e nel periodo estivo
Temperature:
Fino a -25 °C
Potatura:
Solo per eliminare rami rotti o danneggiati, o per mantenere la forma
Concimazione:
In primavera con concime organico per piante giovani
Descrizione:
Grandi alberi presenti in quasi tutte le città del centro-nord per la rusticità, la forma e i colori autunnali. In questi ultimi anni però gli ippocastani stanno vivendo un momento di forte declino per una avversità che ne colpisce il fogliame rendendolo estremamente antiestetico fin dal mese di giugno e per tutta la stagione. Si tratta di larve ricamatrici che ne funestano la lamina fogliare.
Il genere Aesculus, comprende specie con foglie palmate, fiori riuniti in grosse pannocchie bianche, rosa o rosse a seconda delle specie e varietà. Segue un abbondante produzione di castagne grosse e racchiuse in ricci verde brillanti. Quasi tutte le specie amano i terreni fertili e con una buona disponibilità di acqua. Se questa viene a mancare, facilmente subentra una precoce caduta del fogliame.
Coltivazione:
Fertilità del terreno e acqua sono le condizioni imprescindibili nella coltivazione degli ippocastani. Quindi serve spazio, quasi tutte le specie e varietà pretendono intorno a se spazio in abbondanza per le ampie chiome che andranno a sviluppare (anche 10-15 mt di diametro). In cambio offrono ombra e frescura estiva. Difficilmente si abbinano alle conifere, mentre in compagnia di aceri, liquidambar, querce e frassini riescono a formare delle notevoli alberate ornamentali, perlopiù adatte a grandi parchi o viali cittadini.
Una attenta valutazione della stabilità negli individui più vetusti si rende necessaria per stabilire l’effettiva pericolosità di certi esemplari. Ma questa pratica di sottoporre periodicamente (ogni 5-7 anni) i vecchi alberi al controllo di un esperto del settore dovrebbe rientrare nelle normali norme colturali di tutti i grandi alberi. Nel caso si può “alleggerire” la chioma con opportune potature, fatte sempre da personale esperto.